Calabria
All'Università della Calabria a Rende è attivo il progetto guidato da Sebastiano Andò. Obiettivo dello studio è indagare uno dei meccanismi molecolari responsabili della resistenza alla terapia ormonale nelle donne con carcinoma mammario, in sovrappeso o obese. In particolare, si cercherà di capire come il tessuto adiposo possa influenzare lo sviluppo e il comportamento dei tumori mammari che esprimono una specifica mutazione del gene del recettore estrogenico (ESR1), con lo scopo di individuare nuovi bersagli terapeutici.
Campania
All’Università di Napoli “Federico II” è attivo il progetto diretto da Mario Capasso. Obiettivo dello studio è indagare le mutazioni genetiche all’origine del neuroblastoma, un tumore pediatrico ancora difficile da curare. In particolare la ricerca è focalizzata sulle porzioni non codificanti del DNA, spesso chiamate “DNA spazzatura”, che in realtà hanno innumerevoli funzioni di regolazione dei geni. Tra questi potrebbero trovarsi anche quelli responsabili dell’insorgenza della malattia.
Emilia-Romagna
All'Università di Bologna Alma Mater Studiorum è attivo il progetto condotto da Maria Abbondanza Pantaleo. Obiettivo dello studio è costruire le basi per futuri approcci immunoterapici al trattamento dei tumori stromali gastrointestinali (GIST), un gruppo di malattie rare del tratto gastroenterico. Il fine ultimo è superare le resistenze che incontrano invariabilmente le pur efficaci terapie più avanzate oggi in uso.
Friuli-Venezia Giulia
Presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano è in corso il progetto guidato da Gustavo Baldassarre. Obiettivo dello studio è esaminare alcuni meccanismi alla base della risposta o della resistenza ai trattamenti nel tumore all’ovaio. In particolare la ricerca è focalizzata sul ruolo di due geni (CDK12 e CDK17) che sembrano coinvolti nella risposta alla chemioterapia e ad alcune terapie a bersaglio molecolare. I risultati ottenuti potrebbero permettere di identificare sia marcatori che potrebbero aiutare a predire la risposta ai trattamenti, sia potenziali bersagli terapeutici contro cui indirizzare nuovi farmaci.
Lazio
All’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" è attivo il progetto diretto da Cristina Limatola. Obiettivo dello studio è esplorare il rapporto tra microbiota intestinale e gliomi, una famiglia di tumori cerebrali. Con la ricerca si punta in particolare a comprendere i meccanismi coinvolti nella comunicazione tra il glioma e il microambiente tumorale cerebrale. Lo scopo ultimo è arrivare a interferire con tali meccanismi, impedendo loro di alimentare la crescita e l’invasività del glioma.
Liguria
Alla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia a Genova è attivo il progetto condotto da Marco De Vivo. Obiettivo dello studio è sviluppare nuovi trattamenti per il melanoma in stadio avanzato. Nella ricerca si punta in particolare a progettare, sperimentare e selezionare molecole capaci di interferire con un meccanismo che si è rivelato decisivo nella crescita delle cellule del melanoma. I potenziali agenti terapeutici ottenuti nel corso della ricerca potranno essere sperimentati per sicurezza ed efficacia in successive sperimentazioni cliniche.
Lombardia
Alla Fondazione I.R.C.C.S. Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano è attivo il progetto guidato da Elisa Taiana. Obiettivo dello studio è valutare la proteina NONO quale potenziale bersaglio terapeutico per il trattamento del mieloma multiplo, un tumore del sangue ancora difficile da curare. In particolare si cercherà di definire la rilevanza funzionale, molecolare e clinica di NONO, contribuendo così a comprenderne il ruolo patologico e il potenziale terapeutico per la malattia.
Piemonte
All’Università degli Studi di Torino è attivo il progetto guidato da Alessio Menga. Obiettivo dello studio è identificare strategie terapeutiche alternative per l’adenocarcinoma del polmone. Per questo ci si concentrerà su aspetti del metabolismo delle cellule tumorali poco indagati, come quelli che coinvolgono il triptofano e la lisina. Lo scopo ultimo è stabilire se i processi che coinvolgono questi due aminoacidi possono influenzare la proliferazione delle cellule di tumore del polmone, la loro aggressività e la loro capacità di sfuggire al sistema immunitario.
Puglia
All’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” è attivo il progetto diretto da Alessandra Castegna. Obiettivo dello studio è indagare i meccanismi con cui il microambiente tumorale sostiene la progressione del cancro ovarico. Nel corso della ricerca si cercherà in particolare di scoprire i segnali metabolici con cui le cellule tumorali stimolano le cellule del sistema immunitario, e in particolare i macrofagi, ad agire a favore della diffusione del tumore e della formazione di metastasi.
Sicilia
All’Università degli Studi di Catania è attivo il progetto guidato da Luca Lanzanò. Obiettivo dello studio è comprendere i processi molecolari che, in seguito all’attivazione di un oncogene, sono responsabili della generazione di danni irreversibili al genoma umano. A tale scopo verranno applicate avanzate tecniche di microscopia ottica a super-risoluzione che permettono di visualizzare questi processi all’interno delle cellule su scala nanometrica.
Toscana
Al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa è attivo il progetto diretto da Laura Poliseno. Obiettivo dello studio è mettere a punto strategie terapeutiche più efficaci contro il melanoma. In particolare si cercherà di identificare nuove molecole in grado di inibire la pigmentazione (PIGMi) da combinare ai BRAF inibitori, al fine di “piegare” la resistenza delle cellule di melanoma. Si intende inoltre verificare se si possa sfruttare un batterio non patogeno per depositare queste combinazioni di farmaci direttamente nelle cellule tumorali, massimizzando così l’efficacia e riducendo al minimo gli effetti collaterali.
Trentino-Alto Adige
All’Università degli Studi di Trento è attivo il progetto condotto da Maria Caterina Mione. Lo studio è focalizzato sulla comunicazione tra cellule tumorali e microambiente. In particolare si valuterà come alcune molecole di RNA trasportate da vescicole extracellulari possono influenzare la risposta immunitaria contro il tumore. Lo scopo ultimo è chiarire come la trascrizione anomala dell’RNA nel cancro sia associata allo smistamento nelle vescicole extracellulari nel tumore.
Veneto
All’Università degli Studi di Verona è in corso il progetto diretto da Alessandra Fiore sull’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC), il più comune tumore del pancreas, nonché una delle neoplasie ancora oggi più difficili da curare. Obiettivo dello studio è identificare i meccanismi molecolari alla base della resistenza alle terapie, specialmente nei sottotipi tumorali più aggressivi. I risultati ottenuti potrebbero contribuire a identificare nuovi potenziali bersagli terapeutici per la cura del PDAC.
Abruzzo
All’Università degli Studi "Gabriele D'Annunzio" di Chieti e Pescara è attivo il progetto condotto da Emma Di Carlo. Obiettivo del progetto è mettere a punto terapie immunologiche personalizzate per il tumore della prostata. Lo studio si concentra in particolare sui meccanismi con cui il tumore inibisce o elude la risposta del sistema immunitario, riuscendo così a proliferare e dare luogo a metastasi. In questi processi sembra avere un ruolo rilevante l’interleuchina 30, una proteina che può essere prodotta non solo dalle cellule immunitarie ma anche da quelle neoplastiche, che così proliferano e si disseminano più facilmente.
Sardegna
All’Università degli Studi di Sassari è attivo il progetto condotto da Francesco Diego Calvisi. Obiettivo dello studio è indagare l’effetto dei cosiddetti “rocaglates”, una classe di farmaci che, tra le altre cose, blocca la traduzione da mRNA a proteine nel carcinoma epatocellulare. I dati preliminari hanno dimostrato che questo carcinoma è molto sensibile a questo tipo di trattamenti. Se i risultati saranno confermati, si potrebbe sviluppare una nuova strategia terapeutica basata sui rocaglates.
Marche
All’Università Politecnica delle Marche di Ancona è in corso il progetto diretto da Daniele Di Marino. Obiettivo dello studio è sviluppare nuove molecole peptidiche in grado di ripristinare il corretto meccanismo di traduzione di specifici RNA messaggeri, un processo molecolare che è spesso alterato nelle cellule tumorali. Scopo ultimo del progetto è identificare i cosiddetti “peptido-mimetici” più performanti, che potranno essere utilizzati come farmaci contro la progressione del cancro.
Molise
All’I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Mediterraneo NEUROMED di Pozzilli è attivo il progetto condotto da Licia Iacoviello. L’obiettivo è valutare se una dieta ricca di alimenti ultra-processati possa aumentare il rischio di sviluppare il tumore al seno. Oltre a verificare il legame tra questi tipi di cibo e il cancro della mammella, nella ricerca saranno anche indagati i potenziali meccanismi. L’attenzione sarà in particolare focalizzata sul ruolo degli interferenti endocrini e dell’acrilammide.
Umbria
All’Università degli Studi di Perugia è attivo il progetto guidato da Guglielmo Sorci. Lo studio è focalizzato sulla cachessia, una particolare forma di atrofia muscolare che si manifesta in oltre la metà dei pazienti oncologici negli stadi avanzati della malattia. L’obiettivo ultimo della ricerca è comprendere i meccanismi con cui il recettore RAGE agisce in condizioni di cachessia, per valutare l’inibizione farmacologica di RAGE quale possibile approccio terapeutico.